Ritrovamento di Beagle 2

Beagle2_on_MarsPer capire l’entusiasmo per il ritrovamento di Beagle2, un ritrovamento che addirittura indicherebbe che la sequenza di atterraggio (rientro nell’atmosfera, paracadute, airbags) andò sostanzialmente bene, bisogna risalire alla storia di questo progetto. Una storia per certi aspetti controversa perché contro-corrente, come solo certe storie inglesi di successo potrebbero essere.

In sintesi, e molto approssimativamente, il prof. Colin Pillinger, uno scienziato che si guadagnò una certa fama analizzando i primi campioni lunari portati in Europa (o almeno in UK) grazie a gas-cromatografi sviluppati sotto la sua gestione, lanciò l’idea di un progetto di un “lander” economico per cercare tracce di vita su Marte. L’occasione era Mars Express, il primo tentativo europeo di mettere un satellite in orbita intorno a Marte. C’era una discreta possibilità di un carico secondario e Pillinger decise che la Gran Bretagna doveva essere rappresentata in questa storica impresa anche perché era convinto di poter realizzare un micro-laboratorio altamente integrato in un contenitore molto piccolo.

Dopo la lotta per vincere la possibilità di essere a bordo, iniziò quella per i fondi in una Gran Bretagna molto passiva sul fronte spaziale. Avendo l’appoggio della Open University, dell’Università di Leicester, di Astrium UK, e di altre istituzioni, e lavorando strenuamente per anni per sostenere la sua idea, sposò l’approccio diretto chiedendo sostanzialmente al pubblico di sostenere economicamente il progetto. La chiave di volta fu quella di convincere una famosa rock band di finanziare una buona parte del progetto in cambio di una cosa molto semplice: il primo segnale trasmesso da Marte sarebbe stato un motivo famoso della rock band. Un prezzo irrisorio da pagare in cambio di scienza di prima qualità e unica al mondo. L’ESA fu oltraggiata da questo modo di finanziare una missione (anche perché i fondi venivano rimediati secondo necessità) e ovviamente diede battaglia all’idea mentre la risposta popolare fu entusiasmante, trascinando anche, poi, istituzioni ed industria. Pillinger divenne esperto nella raccolta di fondi ed in modi innovativi per propagandare il suo progetto, una cosa questa che non accade mai nelle missioni scientifiche. Suo malgrado divenne una sorta di stella dei media e agiva in continuazione per divulgare la missione e raccogliere sostenitori.

Per risparmiare sulle spese, e per rimanere nei tempi previsti a dispetto delle difficoltà tecnologiche, Pillinger applicò tutta una serie di sue scorciatoie sui metodi di progetto e verifica del complesso veicolo dalle dimensioni ridottissime: meno di un metro di diametro con una configurazione altamente non convenzionale, innovativa, rischiosa, entusiasmante. Per non parlare poi del micro laboratorio chimico: una cosa mai vista prima (e sicuramente mai vista neanche dopo). La camera pulita se la realizzarono dal nulla, auto-costruita, e doveva essere una camera pulita di altissima qualità perché nessun elemento organico doveva contaminare la strumentazione, pena false letture. Da tutte queste scorciatoie ecco ancora obiezioni e ostracismo da parte di alcuni nell’ESA, e di altre istituzioni più conservative, mentre altre continuarono ad appoggiare il progetto. Tra questi citiamo due italiani che Pillinger ricorda nel suo libro come “amici” di Beagle2: Giacomo Cavallo e Marcello Coradini.

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Modello dettagliato di Beagle presso lo Science Museum di Londra.

Ricordo (perché c’ero) che Beagle2 arrivò tardissimo all’integrazione con Mars Express (MEX per gli amici) e rischiò di non essere imbarcato se non avesse passato almeno una serie totale di testi di compatibilità (mi pare infatti che il software di volo di Beagle 2 fu caricato quando MEX era già a Baikonour). L’atmosfera era tesissima e anche se il team di controllo, che poi alla fine aveva la responsabilità di tutto, si comportò sempre in modo professionale, era evidente che le opinioni a riguardo della situazione erano discordi. Era la prima volta che l’Europa andava su Marte e molto era dovuto anche alle diverse incognite di una missione molto complessa.

Poco prima del fatidico Natale del 2003, prima che MEX compisse la sua criticissima manovra di inserimento in orbita marziana, Beagle2 fu sganciato dal satellite immesso nella sua traiettoria che lo avrebbe portato fino all’atterraggio. Non c’era telemetria per via delle ridotte dimensione e per ridurne i costi. Per questo motivo non si seppe più nulla di lui. Ci si aspettava che una volta atterrato si sarebbe dispiegato (aprendo tutte le sue varie parti) e dopo di ciò avrebbe dovuto iniziare a trasmettere, ma non si ricevette nulla.

Il piano di emergenza fu messo in azione, ma Pillinger obiettò che fu eseguito con meno “attenzione” di quanto avrebbe desiderato. Ovviamente anche la flotta americana in orbita provò a ricevere i segnali di Beagle2 e persino i radiotelescopi da terra. Nessuna traccia, ed MRO (con la camera HiRISE) doveva ancora essere lanciato.

Fu una grandissima delusione per tutti quelli che ci credevano, ma c’era anche la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono, con fondi limitati, in modo non convenzionale, e tantissimo entusiasmo del pubblico, una combinazione rara nel mondo spaziale e che dovrebbe far riflettere. Mai una nazione fu così polarizzata ed interessata da un veicolo scientifico: era la missione di esplorazione di tutti. In un certo senso si è trattato di pionierismo, come quello che ha permesso a SpaceX di iniziare da poco e diventare un protagonista del settore spaziale, in modo non convenzionale, ma non per questo senza qualità.

Pillinger ed il suo team analizzarono le possibili ragioni del fallimento e se anche non avevano elementi per alcuna conferma continuarono a sperare che tutto fosse a posto e magari per un piccolo problema il “lander” non trasmetteva. I tentativi di ricerca della sua posizione al suolo furono presto distratti da altri obiettivi scientifici, il tempo passò e tutto diventò storia.

Colin Pillinger, un uomo di passione, di grande carattere, di forti opinioni, concentrato sui suoi obiettivi, e per questo amato e mal sopportato da molti, è morto pochi mesi fa mentre era già in atto la nuova campagna fotografica alla ricerca di tracce della sua creatura tecnologica. Finalmente oggi sappiamo che Beagle2 è atterrato, e dopo 11 anni si vedono le tracce del suo paracadute, dello scudo termico e di quello che sembra essere il “lander” non completamente dispiegato (il che spiegherebbe la mancanza di comunicazioni). Sarebbe forse opportuno che qualcuno porti sulla sua tomba un semplice messaggio parafrasando la frase lasciata in un’altra occasione su quella di Newton: “Prof. Pillinger, the Beagle2 has landed”.

 

PS Il progetto di Beagle 2 era altamente innovativo una cosa molto rischiosa in ambiente spaziale. Una delle poche cose riutilizzate è stato l’atterraggio supportato da paracadute e airbag, dimostrato dalla missione Pathfinder della NASA. Ma anche in quel caso, nei limiti di tempo e di finanziamento, non fu possibile fare un test completamente positivo del sistema di rientro, da qui i dubbi che fosse sopravvissuto alla fase critica. Per quanto riguarda le altre tecnologie tutto era nuovo: la struttura del satellite che si apriva come un fiore multi-livello, l’elettronica esposta sul fondo del contenitore una volta aperto, il sistema di micro-meccanica che doveva gestire il braccio in grado di compiere analisi chimiche di elevata precisione (al livello della singola molecola) direttamente sul posto, e così via.

PS Un altro contributo economico fu dato dall’artista Damien Hirst che disegnò il bersaglio di calibrazione per i sensori ottici.


Nota: Sul forum è stato aperto un argomento per discuterne.

Riferimenti:

Annuncio ufficiale

Articoli della stampa britannica:

http://www.telegraph.co.uk/news/science/space/11349858/Beagle-2-has-vanishing-probe-finally-been-found-LIVE.html
http://www.expressandstar.com/news/uk-news/2015/01/16/images-to-reveal-beagle-2s-fate/
http://www.westernmorningnews.co.uk/Lost-Beagle-2-spacecraft-8216-did-land-surface/story-25877166-detail/story.html
http://www.belfasttelegraph.co.uk/news/local-national/uk/lost-beagle2-did-land-on-mars-30912173.html
http://www.shropshirestar.com/news/uk-news/2015/01/16/images-to-reveal-beagle-2s-fate/
http://www.thisisoxfordshire.co.uk/uk_national_news/11729202.Lost_Beagle2_did_land_on_Mars/