New Horizons alla scoperta di Plutone

La sonda interplanetaria New Horizons da diversi giorni sta eseguendo la cosiddetta “encounter sequence”, ovvero la sequenza di comandi accuratamente composta per trarre il massimo in termini scientifici del rapidissimo passaggio che domani, 14 Luglio, il veicolo farà in prossimità di Plutone. Per le caratteristiche della missione e della traiettoria utilizzata, questo unico passaggio costituirà il momento della verità per una missione iniziata più di quindici anni fa (dalla proposta alla sua messa in pratica) e che vedrà l’umanità raggiungere anche quest’ultimo avamposto del Sistema Solare.

NH_1L’evento di per sè stesso storico, sia dal punto di vista emozionale che da quello scientifico, segue di molti anni le prime esplorazioni del sistema solare esterno compiute dalle missioni Voyager. Raggiungere Plutone non è facile per via della distanza e dei costi connessi al mantenere attiva una sonda per anni ed anni. New Horizons è stata la soluzione ad altà velocità che ha preferito scommettere su un unico passaggio, detto “fly-by”, del sistema plutonico, piuttosto che spendere altri decenni per un avvicinamento più lento. Il Sistema Solare è ancora troppo grande per la nostra tecnologia e passeranno molti anni prima che un robot dalla Terra passi di nuovo per queste zone dello spazio.

Per parlare dei problemi tecnici relativi alla missione New Horizons, abbiamo intervistato Chris Hersman, System Engineer di New Horizons, presso l’Applied Physics Lab della John Hopkins University (Columbia, MD), l’ente che ha progetto, costruito e che controlla la missione. L’intervista è pubblicata sul sito inglese della BIS e la potete trovare qui. Stiamo lavorando anche ad una traduzione in italiano.

NH_approachNew Horizons è l’ultima missione che si avventura in un territorio inesplorato. Chi seguirà il suo svolgimento lo ricorderà per sempre come chi ha seguito le scoperte dei Voyagers ancora ricorda i relativi eventi. E’ dimostrato che a dispetto di tutte le previsioni, ogni volta che una sonda ha compiuto osservazioni ravvicinate di un corpo del sistema solare, le sorprese sono state incredibili ed innumerevoli. Che sorprese ci riserva Plutone con le sue lune? La “encounter sequence” che controlla la sonda in questo momento è iniziata 7 giorni prima il punto di minimo avvicinamento (“closest approach”) e continuerà per due giorni dopo. Durante questa sequenza la sonda, che è dotata di un’antenna principale fissa, non può comunicare con la Terra perchè il suo assetto cambia in continuazione in base alla sequenza di osservazioni da compiere. D’altronde ci vogliono  ben 9 ore per mandare un comando da terra e osservarne una risposta: un dialogo continuo è dunque impossibile. Speriamo che tutto vada come programmato e per i prossimi mesi riceveremo, alla velocità di soli 2Kbit/s, i 7.5 Gbytes di dati raccolti durante il “fly-by”. Ogni giorno sarà una nuova sorpresa. L’azione sta avvenendo in questo momento, ma saranno i prossimi mesi quelli in cui scopriremo i risultati.

Credits: Images from JHU-APL press-kits.