Cassini, Huygens, Titano ed il pubblico

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Credits: ESA

La scorsa settimana si è tenuto a Roma, ospitato presso la sede dell’ASI, una delle riunioni del Project Science Group, cioè degli scienziati che lavorano alla missione Cassini, esplorando il sistema di Saturno da 10 anni a questa parte. La prima mattinata della riunione è stata aperta al pubblico, anche se in verità la notizia è circolata solo negli ambienti spaziali, e ha celebrato il 10-mo anniversario dell’atterraggio della sonda Huygens su Titano.

Vale la pena ricordare che dalla Cassini, si staccò una sonda atmosferica realizzata interamente in Europa che è diventata il primo oggetto umano ad atterrare su Titano, e in pratica, su un corpo del sistema solare esterno. Huygens, come hanno ricordato, è stata un’impresa epica, iniziata tra il 1983 ed il 1984, come ha ricordato Daniel Gautier, uno degli scienziati che lavorarono alla proposta, insieme a Jean-Pierre Lebreton, Marcello Fulchignoni, ed altri. L’ESA al tempo stava ancora assemblando la sonda Giotto, per l’incontro con la cometa di Halley in quello che sarebbe stata la sua prima ventura interplanetaria, e già si trovava a valutare una missione su Titano ai limiti del credibile.

La breve, ma intensa, missione di Huygens è stata un successo favoloso, sia tecnologicamente che scientificamente, come hanno dimostrato le diverse relazioni presentate lo scorso lunedì. I dati raccolti in quel breve intervallo di tre ore mezza (discesa nell’atmosfera ed attività sulla superficie), dopo un viaggio durato anni, sono ancora oggetto di studio ed analisi. E’ un tipo di scienza, quella che si concentra su pochi preziosi bytes di informazione, di cui si parla poco, come si parla poco della pazienza e della tenacità dei ricercatori di questo settore, ma che è vicina alle materie fondamentali che si studiano nelle scuole. Ne parleremo di nuovo.

Quello che è importante è che Titano è uno dei luoghi del sistema solare più studiato. Ha una spessa atmosfera e tante incognite, in un mondo dove il ciclo degli idrocarburi è equivalente al nostro ciclo dell’acqua. In questo panorama di studi si inseriscono le scoperte fatte presso l’Università Sapienza di Roma, dove Mastrogiuseppe e Poggiali, del Laboratorio Radar dei prof. Seu e Picardi, sono riusciti a misurare la profondità di alcune zone dei mari di idrocarburi di Titano. La scoperta, perché è di pura scoperta scientifica che si tratta, è stata fatta applicando tecniche simili a quelle sviluppate nello stesso laboratorio per lo studio dei dati del sottosuolo ottenuti dai radar MARSIS e SHARAD che operano in orbita intorno a Marte. La misura della profondità ha permesso di stimare il profilo batimetrico dei bacini, aprendo innumerevoli possibilità per il resto della comunità scientifica che può così verificare molti dei suoi modelli.

I mari di Titano suscitano grandissimo interesse. E come succede da quando furono dati i nomi alle stelle, anche diverse caratteristiche dei mari (i quali hanno nomi mitologici come Kraken, Ligeia, Punga, etc.) sono state nominate da un comitato dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU). Tra i nomi scelti ne spiccano alcuni di grande interesse per gli appassionati di scienza e fantascienza perché fanno riferimento ad alcuni grandi personaggi ideati da Isaac Asimov nel suo ciclo di romanzi detti “della Fondazione”. I nomi sono stati dati a degli stretti (“fretum” in latino):

  • Seldon Fretum (da Hari Seldon, lo scienziato che predisse l’evoluzione dell’impero galattico)
  • Hardin Fretum (da Salvor Hardin, il primo sindaco di Terminus, il pianeta dell’Enciclopedia Galattica)
  • Bayta Fretum (da Bayta Darrell, l’eroina della Fondazione che sconfisse il Mule)
  • Trevize Fretum (da Golan Trevize, il cittadino della Prima Fondazione che portò la Prima Fondazione alla sua evoluzione)
Titano_Bayta_Fretum

Al centro a sinistra uno degli stretti denominati in ricordo di un personaggio del ciclo della Fondazione: Bayta Fretum.

Questo riconoscimento ad uno dei più grandi, e prolifici, scrittori di fantascienza, ma anche divulgatore di scienza, è importante perché siamo convinti che sia un ottimo modo per mettere in contatto il pubblico con le missioni spaziali. Inevitabilmente la fantascienza è un genere che suscita sempre interesse, anche se oggi, soprattutto in Italia (come tante altre cose tecnico/scientifiche) è vista come un argomento di nicchia. I film di fantascienza fanno sempre parlare di sé, e sono seguiti soprattutto da persone che non leggono fantascienza, forse perché implicitamente in questi film si cercano se non delle risposte, almeno delle spiegazioni, a temi di grande interesse. Perché questo è uno dei ruoli della fantascienza: quello di raccontare storie spiegando la scienza e le sue implicazioni sul futuro dell’uomo. Per questo motivo un film non sufficientemente accurato scientificamente viene deriso e bandito dagli appassionati, mentre film meno noti (diciamo non prodotti da Hollywood) sono considerati dei capolavori.

Questi fatti ci portano a trarre alcune conclusioni che riassumiamo in tre i punti:

  • E’ importante che le Agenzie, i Centri di Ricerca, le Istituzioni scientifiche, aprano le porte al pubblico in occasione di queste riunioni periodiche delle missioni spaziali scientifiche: non solo perché è interessante e spesso avvincente, ma perché dovrebbe essere parte del ritorno che la comunità scientifica deve alla popolazione le cui tasse hanno finanziato la missione. C’è un grandissimo interesse per sentire queste cose dai protagonisti, gli scienziati: al pubblico piacciono le “cose complicate” a dispetto di quello che altri, poco, ma veramente poco, colti, vorrebbero far credere.
  • E’ importante ricordare gli anniversari delle grandi missioni che hanno portato l’ESA (e l’ASI) allo stesso livello delle altre grandi Agenzie spaziali internazionali soprattutto in campo scientifico, ricordando che spesso si tratta di missioni uniche nel loro genere sviluppate con tecnologie di molti anni fa. La missione Rosetta è un altro esempio di queste missioni e bisognerebbe parlarne di più in modo più avvincente e approfondito. Cassini è una missione con la partecipazione di 19 diverse nazioni in cui l’Europa e l’Italia in particolare, giocano un ruolo essenziale.
  • E’ importante continuare a dare nomi a luoghi geografici sugli altri corpi del sistema solare con riferimento al mondo della fantascienza. E’ un collegamento importante con un genere letterario che aiuta a crescere nell’ambito di una cultura tecnico/scientifica, e che offre sicuramente più stimoli nei giovani di reminiscenze mitologiche o storiche.

Questo articolo è un’espansione di quello che abbiamo pubblicato sul sito della BIS: siamo stati probabilmente i primi a dare la notizia della nomenclatura degli stretti sui mari di Titano. Si ringrazia il dott. Ralph Laurenz per il materiale fornito.